"Il professor Alberto Asor Rosa - ha argomentato Ferrara sul Foglio- incita sul Manifesto, compassato quotidiano comunista, al colpo di stato. Asor Rosa non è un passante. E' un esponente autorevole della cricca Scalfari. La sua idea golpista, esplicitata ieri come mai prima d'ora, con tanto di invocazione di Carabinieri e Polizia di stato al servizio di un piano eversivo per 'congelare la Camere' e liquidare con la forza il governo eletto, e' la versione letterale di molte altre posizioni analoghe, piu' o meno dissimulate, espresse da editorialisti del quotidiano di Carlo De Benedetti, la tessera numero uno del Partito democratico.
Ammiccamenti o pupi viventi del sardo-piemontese e appena un po' piu' contegnoso Ezio Mauro, e del mondano Fondatore del giornale che egli dirige, gli editorialisti militanti di Rep. Sono gli stessi che parlano dai palchi accanto al vanesio Eco e al banale Saviano e a un bambino tredicenne incaricato di recitare la litania dell'odio contro il Cav., una vera forma di prostituzione politica minorile al servizio dell'Anticostituzione.
"Questa masnada - ha proseguito- mette in mora le Istituzioni e i poteri neutri. Rovescia ogni frittata e, mentre butta fango e merda sull'Arcinemico, lamenta di essere vittima di una orwelliana macchina del fango". Ma " l'Italia e' una democrazia. Il giocoliere galante gioca con tutto tranne che con la regola delle regole, il diritto della maggioranza a governare sotto il controllo delle istituzioni. Un controllo occhiuto, che va dal Quirinale alla Corte costituzionale, da un establishment economico e finanziario criticabile, ma plurale ed europeo, a una stampa liberissima e in certi casi omologata alla morale corrente del contropotere. Questa democrazia e' sotto il tiro dei cecchini. Sono pallottole verbali, come abbiamo visto sono invocazioni alla violenza contro la Costituzione e le leggi, contro il verdetto elettorale, sono parole che chiedono dall'alto quel che non si riesce a fare dal basso per mancanza di consenso".
"Non capisco - ha concluso Ferrara - come sia possibile che, al posto o a integrazione di piccoli show in tribunale, il Popolo della liberta' non convochi un grande raduno nazionale al Palasport di Roma con il titolo: 'Storia di una persecuzione politica'. E il sottotitolo: "Tecnica di un colpo di stato". Non si puo' assistere a questo grottesco scempio della legalita' e sovranita' repubblicana senza protestare, senza scendere in strada, senza resistere.
E le Istituzioni terze, le Istituzioni di garanzia, alle quali in sospetta concomitanza il leader del Pd Massimo D'Alema chiede uno sbrigativo "scioglimento delle Camere", dovrebbero, se ci sono, battere un colpo significativo e rumoroso. E spiegare
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